Ricostruire legami sociali: il ruolo delle economie solidali nella realizzazione partecipata di un nuovo welfare
Ho partecipato alla Sesta Conferenza annuale ESPAnet Italia (Il network Italiano per l’analisi delle Politiche Sociali) – “Italia, Europa: Integrazione sociale e integrazione politica (Rende, 19 — 21 Settembre 2013, Università della Calabria) – dove ho coordinato, insieme ad Annamaria Vitale, la sessione 18: “Ricostruire legami sociali: il ruolo delle economie solidali nella realizzazione partecipata di un nuovo welfare“.
La sessione
Questo il testo della call per la sessione:
Questa crisi richiede una trasformazione, un cambiamento culturale e di paradigma che soli possono determinare anche cambiamento economico. Il binomio povertà materiale/esclusione sociale provoca profonde fratture dei legami sociali, rende vulnerabili strati sempre più ampi di popolazione e diminuisce progressivamente i livelli di protezione sociale garantiti dal nostro sistema di welfare. Sono cancellati diritti sociali e di cittadinanza frutto di processi decennali di concertazione. Riduzione della spesa pubblica e tagli alla spesa sociale – considerati obbligatoriamente coincidenti – rendono insostenibile l’impoverimento dei soggetti più fragili e determinano la progressiva privatizzazione di servizi essenziali.
Se lo stato viene meno alla sua funzione regolativa sulle conseguenze dell’invasione del mercato nella vita delle comunità e delle persone, l’economia e la collaborazione solidale sono chiamate a rilanciare sussidiarietà orizzontale creando concrete iniziative per :
- ricostituire filiere sostenibili e solidali che rispondano ai bisogni dei cittadini a partire dai più vulnerabili;
- organizzare servizi attraverso imprese e reti di economia solidale complementari all’intervento pubblico, creando lavoro e reddito.
Privatizzazione del welfare e cancellazione dell’universalismo dei diritti sociali non sono strade obbligate: se lo stato continuerà a garantire diritti essenziali per tutti, potrà essere effettivamente realizzata anche una sussidiarietà verticale – a partire dalle comunità locali – che favorirà “l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale” nella co-progettazione, nella pianificazione e nella gestione di piani di intervento partecipati, a partire dagli enti locali e dalle Regioni.
Esperienze di cooperazione sociale e volontariato, in Italia e non, già indicano la strada: l’economia solidale non intende limitarsi alla realizzazione di reti per produrre e distribuire beni materiali o ervizi alla produzione o al consumo; vuole generare – attraverso processi di democrazia partecipativa e deliberativa – esperienze autoimprenditive, capaci di organizzare risposte nella linea di un nuovo welfare solidale, comunitario e sostenibile, anche economicamente.
I paper
In questa pagina invece sono raccolti i paper presentati alla sessione. Segnalo quello di Francesco Orazi oltre a quello presentato da me e Federica Ferraris.