Comunicare Genova. Appunti su Media, movimenti, violenza: conferme e mutamenti dai fatti del 2001

Ho pubblicato “Comunicare Genova. Appunti su Media, movimenti, violenza: conferme e mutamenti dai fatti del 2001” nel volume Genova 2001-2021. Cerchi della memoria (Elementi Kairos, Roma 2021, pp. 186-189). Il testo è il risultato di un ciclo di incontri organizzati dal Seminario di storia orale sui movimenti con il Circolo Gianni Bosio per il Festival di Storia del Nuovo Cinema Palazzo di Roma a cui ho partecipato. Un bel momento di ricostruzione e racconto e, per me, un’occasione di riprendere e e cercare di attualizzare i risultati della nostra ricerca su Genova 2001 pubblicata in Violenza mediata.

Sinossi

Genova 2001-2021. Cerchi della memoria è il risultato di un ciclo di incontri organizzati dal Seminario di storia orale sui movimenti con il Circolo Gianni Bosio per il Festival di Storia ribelle del Nuovo Cinema Palazzo di Roma. Tema della conversazione di quell’anno in particolare, le giornate di contestazione al vertice del G8 di Genova del 2001. Non un libro di analisi politica quindi, ma una raccolta di testimonianze che muovono all’ascolto, al confronto e all’elaborazione. È un frammento, parziale, situato e concreto di storia collettiva della galassia dei movimenti antiglobalizzazione.
Come scrive Alessandro Portelli nella prefazione, fare memoria “significa ricostruire il tempo che è trascorso da quei giorni di Genova a forse anche prima: perché la gente ci è andata, o quali storie di vita si sono intrecciate in quei giorni. E quali storie di vita ne sono uscite. Fare la storia di vent’anni non significa fare la storia di quei tre giorni, perché tre giorni sono come un imbuto in cui si sono infilate dentro una quantità di vite, e una quantità di vite ne sono uscite trasformate”.
Genova 2001-2021 è un esempio di come questo si possa fare. È un invito a sedersi in cerchio, ad ascoltarsi e parlare di quei fatti, di ciò che li ha preceduti e di ciò che è avvenuto dopo, concretamente nelle vite di ciscunx di noi. Perché fare memoria vuol dire raccontarsi a partire da sé, da un punto di vista situato e biografico, con il proprio linguaggio, le proprie idee e il proprio dialetto, in dialogo con altrx, come accade in questo libro. Un libro per chi in quelle piazze c’era e per chi non. Per lettori e lettrici che hanno voglia di partecipare a questo ingranaggio collettivo e sempre in trasformazione che è la memoria.

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