Il Buono, l’Amico e il Simpatico. Tre modelli per la comunicazione sociale

Ho pubblicato un saggio dal titolo Il Buono, l’Amico e il Simpatico. Tre modelli per la comunicazione sociale nel volume, curato da Carla Bertolo, Comunicazioni sociali. Ambiguità, nodi e prospettive (Cluep, Padova 2008, pp. 121-163).
In questo testo rielaboro in modo positivo e propositivo la definizione di comunicazione sociale espressa negli interventi pubblicati in precedenza. Infatti, come si legge nella nota 2:

Potremmo dire che questo saggio mira a dimostrare la stessa tesi espressa in quella sede adottando però, in modo simmetrico, una modalità costruents a fronte della parte destruents adottata in quel caso. Se in quell’intervento veniva sottoposta a critica la concezione tradizionalmente emersa di comunicazione di pubblica utilità, in questo caso, attraverso la descrizione delle tre ipotesi qui proposte, cercherò di dimostrarne la maggiore efficacia, oltre che la correttezza formale, della definizione proposta dall’Osservatorio sulla comunicazione sociale e l’editoria del Terzo settore – Terza.com, e lì descritta.

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Il testo descritto nel sito dell’Osservatorio Terza.com.

Indice

1. Introduzione, ovvero ricominciando da tre
2. Il Buono, ovvero della buona comunicazione
2.1 Sulla bontà della comunicazione (sociale)
3. L’amico, ovvero del raccontare la propria storia
3.1 Sul buon ambiente: non solo trasmissione
3.2 Sul buon contatto: non solo comunicazione di massa
4. Il simpatico, ovvero una comunicazione della “simpatia”
4.1 Sull’essere simpatici: come creare amicizie
5. Epilogo, ovvero la comunicazione dopo la simpatia

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